I robot industriali di Dongbu vengono utilizzati, fra gli altri ambiti, nella produzione di semiconduttori, in cui raccolgono i wafer di silicio altamente sensibili al termine della produzione e li posizionano con precisione per la fase successiva. Per tali compiti, le macchine sono saldamente ancorate nel sito produttivo. L’azienda produce anche robot di uso quotidiano: robot addetti alla pulizia dei pavimenti, al controllo di locali in veste di vigilanti o di guide per fornire informazioni ai turisti. In questi casi, i robot sono muniti di ruote e di una carcassa a forma di scatola.
L’elemento in comune fra i due tipi di robot è la capacità di elaborazione e la potenza del motore necessari per effettuare una piccola serie di compiti ben definiti. Da questo punto di vista, riescono a sfruttare le risorse con grande efficienza. Per contro, non godono di una versatilità eccelsa.
Svantaggi degli umanoidi
Già nel movimento base i robot umanoidi hanno uno svantaggio considerevole rispetto agli specialisti della loro specie: camminare su due gambe è ben più complicato di un movimento controllato con precisione su ruote. Perfino gli esseri umani hanno bisogno di almeno un anno per imparare questa sequenza apparentemente semplice di movimenti e riuscire a coordinare circa 200 muscoli, diverse articolazioni complesse e varie aree specializzate del cervello. A ciò si aggiunge il fatto che la biomeccanica umana lascia alquanto a desiderare in fatto di efficienza energetica. I rapporti di leva sfavorevoli di braccia e gambe richiedono uno sforzo molto elevato per risultati piuttosto modesti.
Finora i robot umanoidi sono stati pertanto usati solo come oggetti di indagine, giocattoli o entrambe le cose. Dagli anni '90, le università tecniche di tutto il mondo organizzano tornei di calcio per robot in cui si fondono in modo utile ricerca, sviluppo tecnico e lato ludico. Ai robot umanoidi è riservato un campionato a parte. Inoltre, esiste una grande comunità internazionale di appassionati di robot che mette alla prova le proprie abilità di programmazione su robot fai-da-te o realizzati con kit preassemblati, favorendo così anche lo sviluppo delle conoscenze sulle capacità dei robot umanoidi.
Combinazione di potenza e intelligenza
La serie Hovis di Dongbu Robot conta molti seguaci all’interno di questa comunità. Ciò si deve, non da ultimo, ai cosiddetti servomotori, responsabili del movimento di questi omini meccanici alti circa 35 centimetri. I servomotori, venduti anche separatamente, sono molto popolari fra gli ambiziosi hobbisti. Un servomotore è un’unità compatta che, per continuare il parallelismo con gli esseri umani, funge da gruppo muscolare, tendineo e nervoso negli arti. Esso converte l’energia della batteria e i segnali di controllo in movimento indipendente. Per i robot umanoidi di piccole dimensioni, Dongbu Robot ha sviluppato le servomeccanismi della serie HerkuleX. Queste sono formate da un motore di azionamento, un riduttore ad alte prestazioni, un sistema di feedback elettronico (encoder) e un’interfaccia di comunicazione, tutti collocati all'interno di un robusto alloggiamento di plastica.
L’encoder assicura che il servomotore conosca sempre con precisione la sua posizione corrente. Inoltre, traduce il segnale di controllo, ad esempio per il comando «passo in avanti», e indica al motore il numero di giri necessari per compiere l’operazione. Il perfetto coordinamento nell’interazione fra motore, software e unità di controllo fa sì che il robot goda di un certo grado di autonomia nella sequenza di movimenti. Con i servomeccanismi HerkuleX, le macchine sono in grado di controllare con precisione e in modo indipendente schemi di movimento sia semplici e che complessi. Grazie al sofisticato software dell’encoder e all’interfaccia di comunicazione ad alte prestazioni, i segnali vengono trasmessi in modo rapido e preciso.
Efficienza compatta
Il movimento stesso parte dal motore. Per via dei rapporti di leva sfavorevoli agli umanoidi, descritti sopra, il motore dalle dimensioni ridottissime deve sviluppare quanta più coppia possibile. «In seguito a un’attenta analisi dei motori disponibili sul mercato, Dongbu Robot ha optato per i micromotori DC a spazzole della serie 2224 SR e 2232 SR di FAULHABER», spiega D.S. Choi di Dongbu Robot. «L’estrema compattezza e l’elevata potenza generata dai motori sono stati determinanti nella scelta. In termini di dinamica e densità di potenza, hanno sbaragliato la concorrenza. Inoltre, per gli appassionati di robotica il nome FAULHABER è sinonimo di straordinaria qualità».
I micromotori DC a spazzole della serie 2232 SR raggiungono una coppia continua di 10 mNm con un diametro del motore di soli 22 millimetri. Per farlo necessitano di pochissima potenza e iniziano a funzionare anche con una tensione di avviamento bassissima. Con un rendimento che raggiunge l’87 per cento, le riserve di batteria vengono sfruttate con la massima efficienza. D.S. Choi: «Questo aspetto è fondamentale per ottenere una lunga autonomia ad ogni ricarica. In più, le caratteristiche lineari del motore rendono il controllo più semplice per noi.»
Dal punto di vista del valore d’uso, i robot umanoidi sono ancora molto lontani dai loro colleghi industriali fissi o dai maggiordomi su ruote. Tuttavia, grazie allo sviluppo tecnologico, il loro handicap potrebbe trasformarsi in un vantaggio decisivo. Anche gli umani, in fondo, sono riusciti a evolversi con successo con un’andatura eretta piuttosto instabile. Dalla loro mancanza di specializzazione sono derivate possibilità pressoché illimitate che ne hanno sancito il primato. Nel frattempo, i robot-calciatori contano di mettere a segno il sorpasso sui campioni del mondo in carne e ossa entro il 2050.